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Foresta di Pantaleo

Oasi di Protezione Faunistica

La foresta di Pantaleo è raggiungibile percorrendo per circa 8 km dal centro abitato di Santadi, la strada provinciale di collegamento con Capoterra. La caserma forestale è alle porte dell’immensa foresta, da qui si possono raggiungere le foreste di Gutturu Mannu, Is Cannoneris, Monti Nieddu e Piscinamanna.

Inserita nel territorio delimitato dalla legge quadro L.R.n. 31/1989 è – per ben 1600 ettari – Oasi di protezione faunistica dove è vietata la caccia.  Un’area che presenta caratteri di elevata naturalità, che l’uomo, pur attraverso il suo uso e utilizzo, è riuscito a “mantenere” e rispettare nel tempo. Da ricordare (chi volesse sul posto potrà avere ulteriori e più dettagliate notizie) che, dal 1872 al 1951, Pantaleo è diventata sede di industria boschiva e chimica.  Superficie totale: 4231 ettari.  Comuni: Santadi, Nuxis.

GEOLOGIA E MORFOLOGIA

La geologia dell’area è complessa e variegata. Sono presenti infatti rocce di varia origine e di tutte le epoche che formano profonde valli e creste che danno origine a dei paesaggi incredibilmente suggestivi. Presenti affioramenti di basamento paleozoico sardo, segnati da fenomeni metamorfici ed intrusioni di graniti ercinici, sedimenti arenacei o calcarei di varia natura e forme. La foresta è poi in gran parte sui graniti, con intercalazioni di rocce metamorfiche, che nella parte occidentale presenta un’area calcareo-dolomitica. 

PROGETTI E SPECIFICITÀ

Tra gli edifici, alcuni sono stati ristrutturati come sede operativa di cantiere e/o complesso, altri stanno per esserlo, armonizzando gli interventi in sinergia con altri soggetti pubblici e/o privati da utilizzarsi per fini didattici e turistico ricettivi. Pantaleo è stata sede di svariate sperimentazioni, quali il Progetto miele, il Progetto vigneto, il Progetto Cabriles

Orgoglio dell’ex-Ente Foreste e fiore all’occhiello del cantiere e dei suoi operatori, l’allevamento della lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus W.) dove sono mediamente presenti 150-200 individui. Ottimi i risultati ottenuti per la conoscenza della specie, esclusiva dell’isola e assai poco nota, sia per capacità tecnica di allevamento, ma anche in termini di produzione, che è stata orientata, in passato ad ottenere capi preambientati per il ripopolamento in libertà, venduti a pagamento e rilasciati, con buon successo, ormai dal 1994. Oggi si vuole integrare con un percorso didattico scolastico e turistico.

All’interno del perimetro del cantiere è stato creato un sentiero di circa 3 km dove è possibile, partendo dal centro di servizio, immergersi nella natura e raggiungere l’area di sosta provvista di tavoli per la consumazione di merenda e/o pasti denominata Is Figueras. Il sentiero, facilmente percorribile, è adatto anche per bambini e anziani. Un concentrato di novità che rendono la realtà di Pantaleo interessante, ricca di proposte e, cosa più importante, meravigliosamente integrata nella natura.  La vicinanza con tanti siti archeologici, naturalistici nella zona (Grotte di Is Zuddas, tombe di Montessu) offre ulteriori elementi che arricchiscono le offerte per i visitatori.

MONUMENTI

Pantaleo vanta il più imponente albero di eucalipto della sardegna (oltre 5,6 m. di circonferenza e 27m d’altezza, piantato a fine del XIX secolo). Si fa ammirare nel piazzale davanti agli edifici del complesso. Non mancano poi le rarità come la pianta di mirto, visitabile all’interno del recinto delle lepri, con tronco alla base di 50cm di diametro ed un’ altezza di circa 4m. Ma la natura offre anche altre sorprese, come la presenza di piante ibride di leccio-sughera un’esemplare dei quali si trova lungo il percorso tracciato per le escursioni 

 

 

Credits: SardegnaForeste.it

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