Chiesa di Santa Maria di Cea
Il complesso monastico di Santa Maria di Cea (originariamente Seve) sorge a pochi chilometri da Banari sulla strada provinciale che porta a Ittiri, Ossi e Florinas nella fertile vallata bagnata dalle acque del Rio Biddighinzu, ed è costituito dalla chiesa romanica, da un cortile recintato con pozzo e da alcuni edifici conosciuti come “il romitorio”.
La chiesa è stata edificata nella seconda metà del XII Secolo e presenta un impianto ad aula mono navata con abside semicircolare orientata.
È da osservare che l’impianto planimetrico delle emergenze murarie del complesso non è ortogonale a quello della chiesa.
Il prospetto frontale dell’edificio principale risulta leggermente asimmetrico in quanto il lato Sud (a destra di chi guarda) è più largo, questo è probabilmente dovuto al rifacimento del fianco, al fine di rafforzarne la struttura. La facciata è caratterizzata da conci squadrati di media pezzatura di luminoso e dorato calcare ed è suddivisa da una cornice marcapiano che, con l’ombra del leggero aggetto, interrompe la planarità della superficie. Nel registro inferiore il portale è ingentilito da pseudocapitelli fitomorfi incastonati nel paramento a sostegno dell’architrave.
L’abaco è invece nobilitato dalle vibrazioni chiaroscurali delle riseghe e del fiore aggettante al centro. Coassiali al portale sono la finestra, realizzata in luogo dell’oculo, ed il campanile a vela, le cui luci presentano una lunghezza rispondente allo stesso modulo. La composizione del prospetto risponde a precise partizioni, in un rapporto organico fra il tutto e le parti, evidenziando simmetrie e rapporti modulari. Una partitura di trame regolari di triangoli, quadrati, cerchi tangenti ed intersecanti.
I fianchi, in maniera particolare quello Sud che è stato totalmente ricostruito senza le aperture che in origine rispecchiavano il fianco opposto, sono stati largamente rimaneggiati nel tempo. In quello Nord si apre la Porta Santa. L’abside è ingentilita da una cornice a guscio che ne delimita la sommità. Al centro si apre una stretta monofora centinata a doppio strombo.
L’attuale copertura a capriate lignee è stata costruita sotto autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici di Sassari del 13/11/1973. È stato scritto che essa riprende la copertura originaria. Comunque, alcuni lacerti in aggetto nel paramento murario del fianco Nord ed il taglio della pietra nei retro-prospetti potrebbero far pensare ad una volta a botte non altrimenti documentata, il cui peso, in assenza di contrafforti, poté determinare il crollo che coinvolse anche i fianchi. Un sistema costruttivo che è dato trovare anche in altre strutture del complesso, come testimoniano i monconi dell’aggetto alla volta ed all’arco poggiante su mensola nell’ambiente a Nord della chiesa, presso l’abside. Tutte strutture da cui potrebbe provenire il concio sagomato attualmente inserito nel muro di fianco alla scalinata.
All’interno, presso la Porta Santa, uno dei conci di crollo coi quali è stato realizzato il pavimento reca incisa una croce potenziata. Il fianco Nord presenta nella parte alta una leggera incurvatura ed i retro-prospetti delle riseghe che potrebbero testimoniare della realizzazione e del crollo di una copertura voltata. Nell’esedra dell’abside è inserito l’altare, datato al 1845.
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