Borgo di Tratalias
Antico paese medievaleUn tempo principale centro sulcitano, nel sud-ovest della Sardegna, oggi meta turistica grazie a scenario naturalistico, vestigia del grande passato e siti preistorici
“Tratalias non è vicino a niente”. Inizia così ‘La fine è nota’ (1992): un tassista risponde a Fabrizio Bentivoglio, diretto da Cagliari al paesino del basso Sulcis, che credeva più vicino. Il film conferma l’affermazione iniziale: Tratalias appare un paese lontano nel tempo, avvolto dal fascino intatto della sua storia millenaria. Sorto di fronte al golfo di Palmas intorno all’anno mille (come il numero dei suoi attuali abitanti), visse il massimo splendore da sede episcopale in età pisana e spagnola e mantenne un ruolo di primo piano sino al XIX secolo. Il borgo originario fu abbandonato negli anni Ottanta del XX, dopo la realizzazione del lago artificiale di monte Pranu, le cui acque, infiltrandosi, resero inagibili le case. Il nuovo paese sorse a poche centinaia di metri.
Il borgo ‘fantasma’ di poche case in pietra restaurate ti porterà nell’atmosfera incantata dell’antica Tatalia, un tempo chiusa da tre archi ‘barocchi’ – due oggi integri -, forse gli antichi accessi alla cittadella. Al centro c’è l’ex cattedrale di santa Maria di Monserrato, costruita fra 1212 e 1282, sede della diocesi di Sulci da 1218 a 1503 dopo l’abbandono di Sant’Antioco e del litorale minacciati dalle incursioni saracene. È un gioiello d’arte romanica con forme architettoniche uniche nell’Isola. Alle sue spalle ci sono laboratori artigiani, dove osserverai dal vivo l’arte manifatturiera. Nella piazza della chiesa spicca la casa spagnola, il cui primo impianto, restaurato nel XVII secolo, risalirebbe al XII-XIII. Al nucleo originario si sono aggiunti ambienti che ospitano il museo del territorio trataliese. Qui è custodito il carro che porta in processione il simulacro della Vergine di Monserrato la domenica dell’Ascensione, un rito risalente al trasferimento della sede vescovile a Iglesias. Da allora ogni anno la statua viene riportata in paese sul cocchio ‘vestito’ a festa seguito dal corteo in abiti tradizionali. Nell’occasione assaporerai la cucina trataliese: lumache al sugo, ravioli di formaggio, porchetto e interiora d’agnello allo spiedo, accompagnati dal carignano.
Farai passeggiate a cavallo o in mountain bike nell’oasi naturalistica del parco di monte Pranu, lungo itinerari segnalati, strade usate un tempo dai pastori e ferrovie dismesse. All’interno c’è un’alta concentrazione di siti archeologici: 11 nuraghi, quattro villaggi e due tombe di Giganti, su un totale di 40 insediamenti nuragici del territorio trataliese, abitato sin dal Neolitico (come testimonia il villaggio di Tracasi). Il complesso di nuraghe is Meurras, contornato da villaggio e tomba di Giganti, è il principale. Insieme al vicino e imponente Carroccia, anch’esso con annessa tomba di Giganti, erano posti a controllo del territorio. In cima a un colle c’è il complesso di Sirimagus. Mentre i nuraghi meglio conservati sono, tra i monotorre, il Cuccu, tra i complessi, il Tratalias: torre centrale e tre perimetrali unite da cortine murarie.
Credits: SardegnaTurismo
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