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canyon di Sa tappara

Il Canyon di Sa Tappara si trova nelle immediate vicinanze del paese di Ulassai, che con un’alta percentuale di persone longeve fra i suoi 1500 abitanti contribuisce a una delle cinque blue zone del mondo. Ulassai sorge nell’Ogliastra più interna, incassato a quasi 800 metri d’altezza fra tacchi calcarei, sulle cui pendici ricoperte da foreste sempreverdi che ospitano l’oasi faunistica di Girisai, si aprono spettacolari grotte, come is Lianas. E soprattutto su Marmuri, ‘il marmo’: camminerai per 850 metri in saloni con pareti altissime, laghetti e stalattiti che si uniscono a stalagmiti formando enormi colonne. Per arrivare a una delle più imponenti d’Europa, percorrerai sentieri fra profonde gole, meta di professionisti di free climbing. Dalle grotte affiorano acque sotterranee e, sotto su Marmuri, formano le cascate di Lecorci, che sgorgano impetuose da pareti lisce. Il percorso delle acque incrocia le cascate di Lequarci, le maggiori dell’Isola, che compiono un salto di quasi cento metri con una larghezza massima di 70. A valle si riversano in una miriade di laghetti in località Santa Barbara. Qui, in mezzo alla foresta, potrai visitare una chiesetta bizantina. Intorno stanno is cumbessias che servivano da alloggi per i pellegrini durante le celebrazioni della santa. Tutt’oggi sono le più sentite dalla comunità ulassese, a fine maggio, con processione, accompagnata da launeddas e gruppi folk, sagra con degustazione di prelibatezze e gara poetica.

Il borgo è un museo a cielo aperto, in armonia tra architettura cittadina, natura e opere d’arte. A impreziosire l’atmosfera ecco la Stazione dell’Arte, che custodisce il ‘genio multiforme’ dell’artista Maria Lai, cittadina più celebre di Ulassai. Prima dell’avvento della ferrovia (1893) il borgo non era collegato fuori dall’Ogliastra. L’isolamento ha conservato tradizioni ataviche, come l’uso del telaio orizzontale, costumi e balli, produzione artigianale di formaggi e prosciutti e la panificazione nei forni a legna: in ogni casa ce n’è uno. A oriente, la valle del rio Pardu è coltivata a uliveti e vigneti, da cui i rinomati olio d’oliva e il cannonau. Famosi sono anche il miele di corbezzolo e piatti tipici come culurgiones a ispighitta e coccoi prena. Per Ognissanti c’è la questua de is animeddas, simile ad Halloween. Su Maimulu è il famoso carnevale ulassese, che inizia a san Sebastiano (20 gennaio). Molto seguito è il festival teatrale dei Tacchi. Nel territorio troverai infinite testimonianze preistoriche. La più importante è il nuraghe s’Ulimu (1500-900 a.C.), a 700 metri d’altitudine: due massicce torri unite da una spessa cortina. Si trova vicino a otto domus de Janas, un dolmen, tre tombe di Giganti e tre villaggi nuragici. Ben conservati sono anche nuraghe Pranu, complesso di Nuragheddu, fortezza di Seroni e il villaggio megalitico di Seddorrulu.

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